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Il salone: novità e trend

Sony si tuffa nella terza dimensione

dall'inviato Marco Magrini

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8 dicembre 2009
Lo stand Sony al Ces di Las Vegas (Afp)

Ieri Kaz Hirai, il capo della Sony Computer Entertainment, stava illustrando le meraviglie dei nuovi televisori in 3D, durante una presentazione al Ces di Las Vegas. Sullo schermo, c'era una partita di baseball. «Un uomo – racconta Hirai – mi solleva una critica: "trovo che il colore del prato sia un po' troppo carico". E io gli rispondo: guardi che non è una telecronaca in 3D, è un videogioco. C'è rimasto di sasso».

Questa storiella, la dice lunga. La tivù tridimensionale non è soltanto la protagonista di questa fiera delle meraviglie digitali che si tiene ogni anno nel Nevada. È anche una vivida speranda di business per i grandi dell'elettronica. Ma per nessuno, quanto per la Sony.
La multinazionale giapponese guidata da sir Howard Stringer – a Las Vegas con tutto lo stato maggiore – vende gli apparecchi televisivi tridimensionali, le telecamere per le riprese, i proiettori digitali per i cinema, i videogame in 3D e perfino i film in 3D di Sony Pictures. Più di così, non si può.

«Crediamo nella forza del 3D – ha detto Stringer durante un incontro con dieci testate internazionali, fra le quali il Sole 24 Ore – e abbiamo deciso di giocare fino in fondo questa partita. Il 3D migliora l'esperienza digitale: una partita di baseball in tre dimensioni è sempre più simile a una partita vera». Tutto è cominciato nell'agosto del 2008, quando il 67enne Stringer – il primo capo non giapponese della Sony – ha chiamato a raccolta i suoi manager e ha detto: avanti tutta, verso la terza dimensione. «Il gioco della competizione è cambiato drasticamente, nel passaggio dall'analogico al digitale. Oggi conta la visione e la rapidità di esecuzione», dice il numero uno di Sony.

Con uno sforzo intellettuale e industriale non irrilevante – la rivale Panasonic aveva già un prototipo – la Sony è riuscita a presentarsi all'appuntamento con il Ces 2010 con una vasta linea di prodotti per l'esperienza tridimensionale. Da pochi mesi, è uscito «Cloudy with a chance of meatballs», il primo film di animazione in 3D di Sony Pictures. In estate, è previsto un upgrade software per abilitare il 3D sugli apparecchi Blu-ray e sulle Playstation3. Ma non bastava.
Stringer ha pensato al di là, dei pur vasti confini della Sony. Ha pensato bene di convincere le stazioni televisive ad avviare le riprese e le trasmissioni in 3D, senza le quali, l'utilità dei nuovi televisori e dei nuovi monitor sarebbe oggettivamente limitata. La Sony sarà sponsor ufficiale delle trasmissioni in 3D che il canale sportivo Espn (proprietà Disney) aprirà in giugno, proprio in occasione dei Mondiali di calcio». Al contrario, Panasonic – che non produce film – si è buttata su «Avatar», l'epico film tridimensionale di James Cameron (che debutta in Italia venerdì prossimo): grazie a un accordo di marketing con la Fox, l'azienda giapponese proietta a Las Vegas un film con Cameron che lavora circondato da monitor Panasonic. «Avatar – rammenta Stringer con un flemmatico sorriso – è stato girato con telecamere Sony».

Questa è una partita qualsiasi. Secondo la stessa Sony, entro tre anni il mercato della terza dimensione dovrebbe valere 11 miliardi di dollari. Che sarebbe un risultato eccellente, anche se non da primato, in un mercato della consumer electronics che vale 680 miliardi di dollari l'anno. Ma tutto, ovviamente, dipenderà anche dall'andamento dell'economia globale. «Ci sono troppe incertezze, è difficile fare previsioni», taglia corto Stringer. Anche se le sue personali previsioni per il 3D restano improntate all'ottimismo. «È una tendenza inarrestabile», commenta lui stesso. «Un giorno, arriveranno anche le telecamere e le fotocamere in tre dimensioni. Se oggi fosse possibile scattare una foto tridimensionale della vostra famiglia, non vi piacerebbe?».

Per Howard Stringer è la scommessa della vita: il bilancio aziendale è appesantito, anche dalla debolezza dello yen. I fasti di un tempo, l'era gloriosa del Walkman, sono dimenticati. Oggi, nel nuovo mondo digitale, conta la visione e la velocità. Ma la Sony potrebbe uscire ringiovanita, da questo viaggio nella terza dimensione.

8 dicembre 2009
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